carlos di sarli studio tango 2

El señor del Tango ( seconda parte )

A soprannominare Carlo di Sarli “El señor del Tango”, furono il popolo e i colleghi del maestro.

Veniva considerato un uomo elegante, di classe e questa caratteristica si riversava anche sulla musica.

Ecco cosa pensavano di lui gli artisti del suo tempo:

Alberto Podestá:Para mí, fue lo más grande. Hacía un estilo muy difícil de interpretar. Un gran creador, admirado por todos los músicos. Yo no le permito a nadie que diga que es mufa*. Nunca canté con tanta gente, nunca tuve tanto éxito, nunca gané tanta plata como con él. Era un hombre muy dadivoso, era un señor.”

Ben Molar“Con Di Sarli no sólo tuve una relación profesional como editor de algunos de los temas que tocaba; también fui su amigo y puedo dar fe, de todo corazón, de que además de gran compositor y gran pianista, era una gran persona.”

Luis Adolfo Sierra“Acaso sean muchos los nombres fundamentales, que encierra la historia del tango. Pero es indudable que el de Carlos Di Sarli exige una inclusión irremisible dentro de la más escueta y restringida nómina que pudiera proponerse. Pianista, compositor y director de orquesta, llega a la meta de su postergada consagración (…) con una foja artística tan intensa como descollante.”

Per Horacio Ferrer, Carlos Di Sarli è “el milonguerismo hecho materia”.

Ho trovato un aneddoto della sua vita che potrebbe aiutarci a comprendere molto della sua personalità.

Di Sarli era sotto contratto per la RCA Víctor. Questa casa discografica decise di assumere un incaricato alle Registrazioni con il compito di ascoltare e segnalare qualsiasi errore nelle incisioni degli artisti.

Un giorno arrivò Di Sarli a registrare un tango.

Terminata l’esecuzione, Di Sarli chiese all’operatore di sala di fargli ascoltare il risultato dell’incisione.

Una volta fatto, si congedò soddisfatto.

Purtroppo però, l’incaricato delle Registrazioni non fu d’accordo con il maestro, per cui gli chiese di tornare in sala di registrazione per correggere la parte che, secondo lui, non era venuta bene.

Al che Di Sarli, notoriamente uomo di poca pazienza soprattutto nell’ascoltar sciocchezze, si infuriò e rispose all’Incaricato: “Chi è lei per correggermi?”.

Si generò una discussione violenta che terminò nel momento in cui Di Sarli disse ai suoi musicisti: “Andiamocene ragazzi, a questo tipo non piace il tango”.

Fu così che l’intera orchestra prese gli strumenti e se andò, non solo dallo studio, ma anche dalla RCA Victor, poiché il maestro rescisse il contratto con la casa discografica proprio a causa di questa discussione, per passare alla Philips.

*Il termine “mufa” indica una persona che porta sfortuna, uno iettatore.

Si dice che Di Sarli fu così soprannominato per via dei suoi occhiali scuri e dell’abito nero che usava indossare.

Secondo Ben Molar, questa nomea fu diffusa da Julio Jorge, il quale non voleva che si pronunciasse il nome di Carlos davanti a sé.

Ecco alcuni brani da ascoltare

Corazón, canta Roberto Rufino, 1939

Un aspetto di tutta evidenza è quello ritmico. Di Sarli adotta prevalentemente un ritmo che scandisce l’inizio e la metà della battuta, accentuando ed articolando assai spesso tutte le semicrome tra un quarto e l’altro, con lo staccato dei violini ed i bandoneones.

L’arrangiamento seguente di Comme il Faut mostra bene quest’ultima caratteristica della sonorità di Di sarli.

Comme il Faut, 1955

Il risultato di questo modo di scandire il ritmo è l’accentuazione di una sensazione di lentezza, che rende il sapore delle esecuzioni sempre piuttosto solenne.

In sintesi, è possibile dire che le varie formazioni orchestrali di Carlos Di Sarli sono invariabilmente adattate ad uno schema prestabilito, il cui interesse sonoro risiede in una gamma di sfumature molto precise e, nello stesso tempo, molto sottili.

Questo spettro di sfumature, nell’ambito di una pienezza armonica non comune, si precisa in studiatissime alternanze tra gli staccati ed i legati, tra i crescendo ed i pianissimo.

A La Gran Muñeca, 1954

Il colore inconfondibile del suono di Di Sarli è quindi legato da un lato ad una certa omogeneità della struttura strumentale, e dall’altro sicuramente alla sua inimitabile conduzione pianistica.

Il pianismo di Carlos Di Sarli

Si è già detto che nel suo schema orchestrale non esistono assoli strumentali.

La fila dei bandoneones suonano a tratti al melodia, per lo più conserva un ruolo prettamente ritmico e milonghero, solo il violino si stacca in maniera delicata in qualche sporadico assolo o controcanto.

L’effetto di questa sezione ritmica è quello di un raffinato suono a metà tra bandoneon e violino.


Un effetto estremamente adatto al tango ballato, come si può ascoltare nella bella interpretazione di 9 puntos, esempio diamantino dello stile di Di Sarli, col suo ritmo trattenuto, il suono violino/bandoneon in funzione ritmica, il poderoso pianismo che tutto raccorda sui bassi ed articola tra i quarti con i suoni più acuti.

La prossima leggeremo l’ultima e terza parte

A presto, Patrizia Gasparin

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