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Domingo Federico (seconda parte)

PRONTI PER LA SECONDA PARTE?

YUYO VERDE – DOMINGO FEDERICO CARLOS VIDAL
https://www.youtube.com/watch…

Ti faccio un piccolo riassunto della prima per proseguire nella conoscenza di Domingo Federico.

Nascita: 4 giugno 1916

Luogo: Palermo Viejo ( Buenos Aires )

Studi: violino, pianoforte e teoria musicale. Scuola di medicina e Conservatorio

Inizi di carriera: forma a 16 anni un duo con la sorella e suona in diverse radio di Buenos Aires.

Inizia a comporre i primi brani come arrangiatore

Istituisce una prima orchestra tutta al femminile.

Entra nell’orchestra di Scarpino, poi in quella di Juan Canaro e infine dall’amico Miguel Calò

1941 esegue per la prima volta uno dei suoi brani “Al compás del corazón”.

1941 compone “Yo soy el tango” su un testo di Homero Exposito.

1943 si separa da Calò per mettere insieme la sua orchestra


1943 debutta al Cafè Select Buen Orden con la sua orchestra e i suoi cantanti: Alberto Tagle, Alfredo Castel, Carlos Vidal, Oscar Larroca, Armando Moreno, Enzo Valentino, Mario Bustos.

L’INCONTRO CON HOMERO EXPOSITO

Insieme scriveranno diversi brani i più conosciuti sono:
• Al compás del corazón
• Yuyo verde
• Percal
• Tristezas de la calle Corrientes
• A bailar
• Yo soy el tango…

CURIOSITA’

Domingo Federico è stato direttore d’orchestra ed esecutore in diversi film e commedie musicali in scena nei teatri di Rosario.

È stato docente di Sociologia del tango, socio fondatore della SADAIC Sociedad Argentina de Autores y Compositores (Società Argentina degli autori e Compositori) Presidente del Consejo Panamericano de la Confederación Internacional de Sociedades de Autores y Compositores (CISAC), Presidente del Consejo Panamericano de Autores y Compositores.

Registra oltre un centinaio di composizioni, ma ne sono rimaste solo diciotto matrici, pezzi oggi da collezione.

Nel 1957 si sposta definitivamente a Rosario, unendosi con Haydée Cardon.

Aveva messo in piedi una grande orchestra con musicisti di spicco di Rosario e le voci di Rubén Sánchez e Rubén Maciel.


E’ stato esecutore anche nel “Trío Saludos” in registrazioni radiofoniche e televisive per la Victor, Embassy, Rosafon, serate di ballo, teatri e musical.

Ha realizzato 45 giri per l’Argentina e paesi latino-americani; 120 recital in Giappone, come bandoneon nell’orchestra di Francisco Canaro nel 1961 e dirige il quintetto della milonga “A lo Pirincho”.

Inoltre, poco prima di morire, all’età di 83 anni (aveva ancora la cattedra universitaria di bandoneon, prima ed unica nel mondo) stava registrando con la “Orquesta Juvenil de Tango” dell’Universidad Nacional de Rosario, che aveva fondato nel 1994 e si stava preparando per lo spettacolo del 30 aprile 2000, presso il Teatro El Círculo.

Domingo Federico è stato tra i più grandi creatori di tango e il suo lavoro è di una qualità tale che molte delle sue canzoni divennero veri e propri classici del genere.

IL BRANO CHE VORREI FARTI ASCOLTARE E’ YOYO VERDE

Questo brano l’ha musicato nel 1944 e il testo è di Homero Exposito, molte altre orchestre lo hanno ripreso e suonato a loro modo.

Le mie preferite sono ovviamente quella originale di Domingo Federico, Anibal Troilo e Osvaldo Pugliese

Trovo comunque molto curiosa la versione di Miguel Calò

• Orchestra Domingo Federico con voce di Carlos Vidal (1944)
• Orchestra Anibal Troilo con voce di Floreal Ruiz (1945)
• Orchestra Osvaldo Pugliese con voce di Alberto Moran (1945)
• Orchestra Rodolfo Biagi con voce di Jorge Ortiz (1945)
• Orchestra Carlos Garcia con voce di Roberto Bayò (1965)
• Orchestra Miguel Calò con voce di Roberto Rufino (1966)
• Orchestra Osvaldo Requena con voce di Floreal Ruiz (1976)

ECCO IL TESTO IN SPAGNOLO CON LA TRADUZIONE IN ITALIANO

Callejón… callejón…
lejano… lejano…
íbamos perdidos de la mano
bajo un cielo de verano
soñando en vano…
Un farol… un portón…
-igual que en un tango-
y los dos perdidos de la mano
bajo el cielo de verano
que partió…

Déjame que llore crudamente
con el llanto viejo del adiós…
adonde el callejón se pierde
brotó ese yuyo verde
del perdón…

Déjame que llore y te recuerde
-trenzas que me anudan al portón-
De tu país ya no se vuelve
ni con el yuyo verde
del perdón…

¿Dónde estás?… ¿Dónde estás?…
¿Adónde te has ido?…
¿Dónde están las plumas de mi nido,
la emoción de haber vivido
y aquel cariño?…
Un farol… un portón…
-igual que un tango-
y este llanto mío entre mis manos
y ese cielo de verano
que partió…

Testo tradotto in italiano

Vicoletto….vicoletto…
Lontano…lontano…
Andavamo persi mano in mano
Sotto un cielo d’estate
Sognando in vano..
Una lampione…un portone…
-uguale come in un Tango-
E noi due persi mano nella mano
Sotto un cielo d’estate
Che è partito..

Lascia che io pianga crudamente
Con il pianto vecchio dell’addio
Li dove il vicolo si perde
Germoglia questa erbaccia verde
Del perdono…

Lasciami che pianga e ti ricordi
-trecce che mi annodano al portone-
Dal tuo paese non si torna più
Neanche con l’erbaccia verde
Del perdono…

Dove stai….dove stai…
dove sei andata?…
Dove sono le piume del mio nido
L’emozione di aver vissuto
E quell’affetto?
Un lampione…un portone…
-uguale come in un Tango-
E questo pianto mio tra le mie mani
E questo cielo d’estate
Che è partito..

CIAO
Patrizia Gasparin

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